Materiali: Il Training Cognitivo IPT (IPTCog) si avvale di strumenti standardizzati costituiti da “Carte” e da “Diapositive”.

Le Carte di colore bianco e di formato 8x8cm (originariamente 13×8 cm), hanno stampate al centro forme geometriche colorate. Su di esse sono presenti numeri ad 1 o 2 cifre e, in alcune, i giorni della settimana.

Le Diapositive in Bianco/Nero oppure Colorate, sono 30, suddivise in Bassa e Alta complessità visiva e raffigurano situazioni Emotivamente Neutre ed Emotivamente Coinvolgenti.

Metodo/Scopo: Gli esercizi che utilizzano le “Carte” hanno lo scopo di intervenire sull’Attenzione, sulla Memoria, sulla Capacità di Classificazione, sulla Capacità di Costruire Categorie inizialmente semplici,per arrivare a costruire, successivamente, Gerarchie Concettuali più complesse. Gli esercizi che utilizzano le “Diapositive” servono a stimolare la Capacità di Osservazione, di Concentrazione, l’Attenzione Selettiva, la capacità di Analisi, di Sintesi, la Capacità di interpretare correttamente Stimoli Sociali.

L’utilizzo del Role-Play nella Terapia Psicologica Integrata

Fra i sottoprogrammi della Terapia Psicologica Integrata va evidenziato l’utilizzo del “role-play”. Tale procedura, tratta dalla psicoterapia comportamentale, ha lo scopo di aiutare i soggetti a sperimentare le varie situazioni di vita quotidiana in cui possono trovarsi in difficoltà.

La procedura del “role play” prevede una prima fase di elaborazione cognitiva per definire l’obiettivo, preparare il dialogo adatto alla situazione, discutere le eventuali difficoltà che possono impedire il raggiungimento dell’obiettivo stesso, ed una seconda fase di messa in scena dei comportamenti utili a  raggiungere l’obiettivo definito in precedenza.

Il passaggio dal Training Cognitivo (IPTCog) al Role Play si avvale di significativi esercizi sulla “Comunicazione Verbale” che hanno lo scopo di stimolare la “Capacità di Ascolto” e la “Capacità di Comprensione”. I soggetti psicotici tendono, ad esempio, a presentare delle disabilità nella capacità di ascoltare e di comprendere gli altri, nel riconoscere i sentimenti propri ed altrui, nel relazionarsi con gli altri (Strauss et al.1994). Hanno, infine, difficoltà a prendere parte ad una discussione, o ad attenersi all’argomento della discussione stessa. Non sempre coordinano, in modo appropriato, il comportamento verbale con quello non verbale (Brenner, Vita ed al. 1997). Poiché sembrano incapaci di elaborare e di interpretare le espressioni emozionali (Feinberg et al. 1986; Berndl et al. 1986), sono intimoriti dai contatti sociali e tendono ad interpretarli in modo errato.

Costruire un setting terapeutico adeguato

È comprensibile pertanto quanto sia fondamentale la costruzione di un setting terapeutico adeguato e rassicurante che faciliti la partecipazione. Per instaurare una relazione terapeutica positiva ed efficace, dobbiamo tenere presenti le regole di base della conduzione dei gruppi come ad esempio chiamare per nome i partecipanti, utilizzare il rinforzo positivo, la ripetizione, fare frequenti riassunti sui compiti da eseguire, evitare commenti negativi, tradurre la critica da aggressiva a costruttiva, assumere uno stile rilassato… Sarà, infine, utile adattare il lavoro in base alle caratteristiche dei pazienti: per soggetti all’esordio psicotico, quindi giovani per età ed anni di malattia, il lavoro di gruppo qui menzionato si rivela prezioso e stimolante, mentre i soggetti anziani, con problemi di attenzione e memoria, traggono più giovamento da incontri individuali centrati prevalentemente su esercizi cognitivi.