Nel nostro organismo c’è un sistema che ci avverte quando abbiamo bisogno di ingerire calorie (il senso della fame). Quando abbiamo fame mangiamo e ingerendo cibo inviamo segnali al cervello che attivano un ulteriore indicatore che ci avverte: “basta fame, sei sazio”. In realtà, a volte mangiamo più del dovuto perché siamo in ansia o sotto stress. Introduciamo quindi più calorie del necessario, ritrovandoci di conseguenza a provare tristezza per l’eventuale sovrappeso e oltretutto, sperimentando senso di colpa per non essere stati capaci di controllare l’impulso; mettiamo in atto un comportamento automatico, disfunzionale e ci critichiamo per averlo fatto: un doppio livello di sofferenza!

La Mindfulness applicata all’alimentazione

Non serve purtroppo, imporre a se stessi divieti dicendosi “ Basta, non devo più mangiare in questo modo e non voglio sentirmi in colpa!”. Nella Mindful Eating si impara a non utilizzare ingiunzioni, a non criticarsi e a non giudicare, ma al contrario ad accettare tutto ciò che accade dentro e fuori di noi, riconoscendolo. In tal modo si diventa consapevoli di quello che c’è, nel momento in cui si presenta; e va bene così! E’ proprio questo lo scopo ultimo della Mindfulness: imparare a essere consapevoli di quello che sentiamo nel corpo, pensiamo, proviamo e facciamo, consapevoli di tutto ciò che accade, nel momento stesso in cui accade.

In definitiva, applicare la Mindfulness all’alimentazione significa rendersi conto del fatto che il problema non è il cibo desiderato o l’impulso a mangiarlo, ma la pretesa di non sentire particolari desideri o urgenze riferite al cibo, per paura di rimanerne intrappolati. Avere un pensiero o una reazione fisiologica, provare un’emozione, non equivale ad agire quanto sto sperimentando. Secondo gli apprendimenti della Mindfulness è possibile mettere in atto un comportamento diverso dall’agito impulsivo: non si tenta di controllare l’emozione, né l’impulso, ma ci si dispone a rispondere al desiderio pressante di cibo con atteggiamento di semplice osservazione, aperto, curioso e non giudicante. Il desiderio spasmodico di cibo diviene così luogo di autentica esplorazione e non presupposto per una reazione automatica e inconsapevole. Se permettiamo all’urgenza di seguire il proprio corso senza reagire, possiamo sperimentarne l’andamento simile a quello di un’onda che cresce, raggiunge il suo apice e decresce, senza recare danno.

Cos’è la Mindful Eating?

La Mindful Eating, intesa come alimentazione consapevole, ci insegna pertanto ad ampliare la conoscenza relativa all’atto del mangiare, con particolare riferimento a ciò che accade dentro di noi: sensazioni, pensieri, emozioni e azioni. La consapevolezza così raggiunta consente di apprendere un nuovo modo di relazionarsi al cibo in grado di sostituirsi alle modalità abitualmente utilizzate, di natura prettamente automatica.

Segue l’intervista realizzata dalla dr.ssa Francesca Mauro in collaborazione con lo Studio Medico Acaia.