Training Autogeno, chi è il padre fondatore?
J.H. Schultz, laureato in medicina a Losanna, pubblicò per la prima volta nel 1932, il suo libro spiegando gli esercizi ed i fondamenti del Training Autogeno. Docente di neurologia e psichiatria, nel 1919, ebbe l’incarico di insegnare psicologia medica a Dresda. Fu allievo dell’ipnotista Vogt. Schultz col suo metodo “psicoterapeutico” tentò il superamento di quello che Freud chiamava il “muro della biologia” . Egli pensava che con il T.A. fosse possibile trovare i punti di contatto tra il mondo dei conflitti ed il soma. Scultz parla di Esercizi Inferiori e di Esercizi Superiori.
Training Autogeno: cosa significa? Esercizi Inferiori e Superiori
J.H.Schultz definì il Training Autogeno “…un metodo di auto distensione da concentrazione psichica che consente di modificare situazioni psichiche e somatiche…” Training significa allenamento per apprendere gradualmente 12 esercizi quali: Pesantezza (n°4); Calore (n°4); Respiro (n°1); Plesso Solare (n°1); Cuore (n°1); Fronte e Testa (n°1). Autogeno significa che “…si genera da sé…”
Schultz differenzia il suo metodo dalle tecniche ipnotiche e dagli esercizi ginnici. Negli Esercizi Inferiori la concentrazione mentale è rivolta a particolari sensazioni somatiche. Negli Esercizi Superiori tale concentrazione è rivolta a particolari rappresentazioni psichiche. Esercizi superiori: Scoperta del Proprio Colore, Visualizzazione dei Concetti Astratti, Colore Personale, Concetto Astratto Personale, Risposte dall’Inconscio.